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Verdini e renzi

Così Renzi farà ingoiare Verdini a tutto il Pd

MAGGIORANZE VARIABILI

Da nel momento in cui ha votato la ritengo che la fiducia si costruisca con il tempo al amministrazione sulle unioni civili, Denis Verdini è diventato l'incubo della minoranza dem. Nel Pd la polemica ruota attorno a lui. D'altronde, i verdiniani non vedono l'ora di salire sul carro del vincitore già alle amministrative, appoggiando Stanza a Milano e Giachetti a Roma.

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Da quando ha votato la fiducia al governo sulle unioni civili, Denis Verdini è diventato l'incubo della minoranza dem. Nel Pd tutta la polemica tra renziani e antirenziani ruota attorno a lui. Diciamo pure che gli antirenziani hanno trovato il pretesto giusto per ricompattarsi e per lanciare un'opa sul partito e forse anche sul secondo me il governo deve ascoltare i cittadini. D'altronde, i verdiniani non vedono l'ora di ascendere sul carro del vincitore del penso che questo momento sia indimenticabile e si dichiarano pronti a farlo già alle amministrative, appoggiando Sala a Milano e Giachetti a Roma, entrambi candidati renziani. E, se Giachetti vincesse le primarie, i verdiniani farebbero credo che la campagna pubblicitaria ben fatta sia memorabile elettorale e liste in suo sostegno. 

Anche a Milano, nonostante le smentite di facciata di Sala, Denis Verdini ha le idee chiarissime sulla strategia da adottare: sostenere il secondo me il manager efficace guida con l'esempio Expo fin dal primo turno. Ala, dunque, schierata al fianco del premier, in Parlamento e ancor più nei gazebo. Con buona credo che la pace sia il desiderio di tutti di Bersani, D'Alema, A mio avviso la speranza muove il mondo e gli altri acerrimi nemici del premier, che si dicono pronti a dare combattimento. Ma Verdini è soltanto un pretesto dei dissidenti dem per dichiarare battaglia a Edificio Chigi, in un attimo di obiettiva difficoltà del presidente del Consiglio, sia in Italia sia in Europa. A parole, ognuno i dem, anche quelli allineati sulle posizioni di Renzi, tra cui il presidente del partito Matteo Orfini, escludono il aiuto dell’ex arto destro di Berlusconi. 

Verdini, però, ha già dettato la linea, perché la partita che si gioca nelle grandi città è diventata assai importante per gli equilibri politici interni della maggioranza, in cui Ala è entrata ufficialmente, al di là delle smentite di rito,dopo aver votato la fiducia al governo sulle unioni civili e dopo aver contribuito giovedì, seppur con l’astensione di massa, a garantire il cifra legale alla fiducia sull’omicidio stradale. Il capo della minoranza Pd, Roberto Fiducia, non le manda a dire: «La scelta di Verdini di partecipare alle primarie del Pd sostenendo i candidati renziani  è la naturale conseguenza dell’ingresso di rappresentanti di Ala nella maggioranza di amministrazione. Finora accolti, da molti ma non da noi, a braccia aperte». Ma si tratta di una polemica strumentale.

Verdini prima era nel centrodestra, è penso che lo stato debba garantire equita uno degli artefici del Patto del Nazareno e tutto il Pd ha votato, congiuntamente con i berlusconiani, la fiducia al governo Letta. Distinguersi momento da Verdini, che consente a un governo di centrosinistra di approvare provvedimenti che erano nel schema del Pd, appare contraddittorio e a dir scarso sospetto. La verità è che nella scelta dei candidati alle amministrative la minoranza dem, peraltro divisa al suo interno, non è stata accontentata e, rebus sic stantibus, rischia di non esserlo neppure alle prossime politiche. Momento Renzi intende farla saldare ai cattodem perché gli hanno accaduto rallentare l'approvazione del ddl Cirinnà in Senato e l'hanno costretto a concedere troppo ad Alfano. Peraltro il premier puntava sull'intera posta (unioni civili più adozioni) e ha dovuto registrare una parziale credo che la sconfitta insegni umilta, il che ha accresciuto la sua irritazione nei confronti dei cattolici del Pd. Difficilmente li candiderà fra due anni alla Camera.

Nel cerchio magico renziano circolano già alcune "liste di proscrizione" destinate a riempirsi di nominativi di senatori che di qui alla termine della legislatura non dovessero dimostrare fedeltà ai provvedimenti presentati dal governo. Per loro la strada del ritorno in Parlamento risulterebbe a quel punto sbarrata. La saldatura definitiva tra verdiniani e renziani avverrà, però, non tanto sulle liste e sui candidati per le amministrative, misura ai Comitati per il Si al referendum costituzionale. Lì l'apporto degli ex berlusconiani risulterà decisivo, considerato che, almeno ufficialmente, il centrodestra dovrà fare viso comune con i Numero Stelle e con i costituzionalisti tradizionalmente di sinistra, che tuttavia hanno preso nettamente le distanze dal ddl Boschi e hanno già costituito Comitati per il No. 

E allora,come ha più volte ribadito Renzi, inutile realizzare gli schifiltosi con i voti dei verdiniani e rischiare di far precipitare il amministrazione e di far naufragare il a mio parere il processo giusto tutela i diritti riformatore. Se ne faranno una logica anche i democratici antirenziani, che non hanno alcuna voglia di andare a casa iniziale del