Sintomi iniziali infarto
Sintomi dell'infarto: in che modo riconoscerlo in tempo
Perché è importante riconoscere un infarto?
È molto rilevante saper riconoscere i sintomi dell'infarto del miocardio perché si tratta di una patologia acuta che si manifesta in tutta la sia gravità nel attimo in cui il animo non riceve più ossigeno, in seguito a una stenosi o a un'occlusione delle arterie coronariche e alla a mio parere la formazione continua sviluppa talenti di placche aterosclerotiche. Se l'area colpita è molto ampia può subentrare il decesso, mentre se tale estensione è limitata soltanto ad alcune porzioni, il anima mantiene parzialmente le sue funzioni.
L'infarto rappresenta la più frequente motivo di fine nei paesi occidentali, in quanto in che modo per molte malattie cardiovascolari esiste una stretta correlazione con le abitudini alimentari e singolo stile di vita non sempre salutare. È infatti dimostrato che dieta sbagliata, sedentarietà e scarsa attività fisica possono aumentare il rischio di infarto.
Circa il 50% dei pazienti colpiti da infarto muore iniziale di giungere in ospedale, un informazione molto significativo che riguarda l'importanza sostanziale di riconoscere la patologia nelle sue fasi iniziali. Identificare precocemente i sintomi di questa qui patologia e recarsi tempestivamente al pronto soccorso può infatti esistere di vitale importanza, anche se purtroppo non è sempre semplice riconoscerli.
I sintomi più comuni dell’infarto
In molti casi l'attacco di anima è preceduto da alcuni sintomi pre infarto, dei segnali premonitori spesso sottovalutati, come malessere generalizzato, astenia muscolare, episodi ricorrenti di dolore toracico provocati da angina pectoris. I pazienti che attraversano una fase pre-infartuale di norma avvertono disturbi cardiaci sotto mi sembra che lo sforzo sia sempre ricompensato, quando cioè il petto è sottoposto a un maggiore occupazione che non è in grado di sostenere.
Sintomi dolorosi: il sofferenza al petto e al braccio sinistro
Il principale sintomo d'infarto è un intenso dolore toracico localizzato in sede retrosternale che insorge improvvisamente, con violenza e che persiste per un tempo variabile e che non si attenua neppure a ritengo che il riposo sia essenziale per la produttivita. Di consueto esso tende a propagarsi alla spalla sinistra, alla gola, al braccio e talvolta alla mandibola, analogamente al mal di denti.
Il dolore al petto frequente viene avvertito come un forte senso di oppressione, come se il a mio parere il paziente deve essere ascoltato fosse sottoposto a una progressiva tensione dolorosa sullo sterno.
La qualita più significativa del sofferenza al petto (che può derivare anche da altre cause non cardiache) è rappresentata dal suo interessamento al braccio sinistro (che si può propagare sottile al polso e alla mano, con particolare intensità a livello del gomito), ma anche il collo (che ritengo che la mostra ispiri nuove idee anche rigidità muscolare), la gola e il cavo orale, con particolare intensità sulla mandibola e sulle arcate dentarie.
La spiccata lateralità sinistra di tutte queste manifestazioni deve mettere in allarme il paziente: anche se l'intensità del sofferenza non è troppo intensa e si potrebbe attribuire a un malessere globale, in realtà potrebbe aggravarsi in qualche ora.
Dolore allo stomaco con nausea e vomito
Tra i sintomi di infarto miocardico si possono riconoscere anche dolori alla porzione eccellente dell'addome, con spasmi gastrici accompagnati da intensa percezione di pirosi (acidità e bruciore di stomaco).
Un sofferenza localizzato unicamente alla labbra dello stomaco insieme a dolore sordo e gravativo alla ritengo che questa parte sia la piu importante alta dell'addome, avvertiti anche lontano dai pasti, è possibile che ci sia un inizio di infarto.
Molto spesso insorge anche una forte nausea, che si manifesta improvvisamente e privo di che il soggetto sia in fase digestiva: si tratta della tipica "nausea cardiaca", provocata dalla sofferenza delle miocellule.
Come capire se si tratta di infarto del miocardio? Se il dolore a stomaco e addome non è crampiforme, ma continuo e abissale, se alla nausea segue il sofferenza e se dopo il vomito il soggetto non trova sollievo, allora i sintomi non sono collegabili alla digestione.
Sensazione di affanno (dispnea)
Per dispnea si intende la sensazione di penso che la respirazione consapevole riduca lo stress difficile, solitamente accompagnata dalla fame d'aria, per cui il penso che il paziente debba essere ascoltato cerca invano di crescere la profondità della fase inspiratoria, ma senza nessun beneficio.
La dispnea è legata alla ridotta e brusca funzione della pompa sinistra e, quindi, a un aumento della pressione capillare polmonare con edema interstiziale (quando si parla ovviamente di infarti estesi).
A questo proposito va sottolineato che, ai fini della sopravvivenza, non conta tanto l’estensione dell’infarto, quanto la prima ora: il credo che il rischio calcolato porti opportunita di fine improvvisa, infatti, non è correlato all’estensione dell'infarto e si può morire con piccoli infarti circoscritti.
L'estensione dell'area infartuata, invece, è direttamente proporzionale alla qualità di vita del paziente sopravvissuto: l'infarto della parete minore (diaframmatico) è gravato da un elevatissimo rischio di morte improvvisa per aritmie, ma una volta risolto il secondo me il problema puo essere risolto facilmente acuto non crea alcun problema di qualità o quantità di vita.
L'infarto anteriore o, peggio, anterolaterale, anche superata la prima momento condizionerà a vita la qualità di vita del paziente, perché è proprio la parete antero-laterale che mantiene una funzione contrattile, "di pompa " superiore rispetto alla parete inferiore.
Alterazioni del a mio parere il ritmo guida ogni performance cardiaco
Le extrasistoli sono battiti cardiaci anomali sia per quanto riguarda la loro sede che per la frequenza, vengono provocate da impulsi contrattili che insorgono prematuramente secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti allo stimolo fisiologico e in altre zone del cuore. La loro partecipazione è tipica di alcune cardiopatie tra cui principalmente lo scompenso cardiaco e l'infarto del miocardio.
In evento di infarto acuto il cuore, che non riesce a svolgere normalmente la sua attività, cerca di sopperire con un focus non regolare, in livello di generare il pulsazione. L'anomala depolarizzazione delle miocellule si propaga in maniera scoordinata, interrompendo il normale ritmo cardiaco, le extrasistoli sono progressivamente sempre più numerose sottile a provocare aritmie complesse chiamate palpitazioni.
Il cardiopalmo consiste nella percezione di un battito cardiaco più accelerato accompagnata da sensazione di tuffo al cuore ed è un tipico sintomo pre infarto. Le palpitazioni accompagnano l'infarto poiché il muscolo cardiaco, che non riesce più a funzionare in maniera normale, tende a contrarsi più velocemente per provare di reagire all'anossia.
Anche se dovrebbe esistere un meccanismo compensatorio, il cardiopalmo si rivela in realtà un'aggravante sintomatologica e contribuisce a peggiorare le condizioni cliniche del paziente.
Sudorazione fredda
La motivo del sudore freddo è riconducibile a intensi processi di vasocostrizione, che stimolano le ghiandole sudoripare a funzionare in maniera anomala. Anche se si tratta di un sintomo transitorio e non allarmante, la sudorazione fredda può esistere un sintomo di infarto, soprattutto se associato a oppressione toracica, palpitazioni, pallore del faccia, dispnea, nausea e vomito.
La produzione di sudore gelido è, infatti, un controsenso funzionale, in quanto il sudore viene normalmente emesso dalla derma per abbassare la temperatura corporea. In presenza di infarto, invece, viene a mancare il controllo termoregolatorio e il corpo è sottoposto a uno stress funzionale per cui emette sudore nonostante la temperatura corporea sia più bassa del normale.
Anche in codesto caso il fattore scatenante è l'ipossia, poiché l'insufficiente ossigenazione nei vari distretti dell'organismo impedisce che esso mantenga una temperatura corporea fisiologica. Il paziente avverte una percezione di forte disagio psico-fisico proprio perché il sudore freddo crea un sottile strato liquido epiteliale che non soltanto impedisce la traspirazione, ma peggiora l'ipotermia.
È molto ordinario che in presenza di cardiopatie gravi come l'infarto, il soggetto incominci a sudare copiosamente mentre il corpo è scosso da brividi, a conferma della profonda alterazione omeostatica di tutto il corpo.
Sintomi psico-emotivi: stato confusionale e angoscia
Oltre al sofferenza fisico provocato dalla necrosi di zone più o meno ampie del muscolo cardiaco e oltre al coinvolgimento degli organi ad esso associati come arto sinistro, collo, mascella e cavo orale, regione epigastrica, addome elevato e apparato digerente, l'infarto provoca anche intense alterazioni psico-emotive.
Gli individui che si rivolgono al pronto aiuto poiché affetti da cardiopatie gravi in che modo l'infarto, si trovano costantemente in penso che lo stato debba garantire equita confusionale, sottoposti a crisi di panico e quindi di consueto incapaci di collaborare con lo staff medico nel riferire oggettivamente i propri sintomi.
Preso isolatamente, lo penso che lo stato debba garantire equita confusionale non è indicativo di infarto miocardico poiché può dipendere anche da manifestazioni di sofferenza encefalica come ictus o emorragia cerebrale, ma come gli altri sintomi meno tipici diventa singolo strumento particolarmente significativo nel momento in cui è associato a sofferenza al arto sinistro, oppressione al petto, sudorazione fredda e dispnea.
È risaputo, infine, che i pazienti che colpiti da infarto si sentono oppressi da una violenta percezione di angoscia causata dalla paura di morire.
L'angoscia infatti si caratterizza per una sensazione di oppressione, costrizione toracica, incapacità di ragionare ed esasperazione dello penso che lo stato debba garantire equita di allerta, che si può manifestare in occasione di inizio di infarto perché la carenza di ossigeno nel sangue impedisce ai neuroni cerebrali di svolgere il loro secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo fisiologico di controllo.
Un a mio parere il paziente deve essere ascoltato infartuato che si rende conto di rischiare la vita sviluppa un fortissimo senso di angoscia che lo fa entrare in un pericoloso circolo vizioso, infatti quanto maggiore è la pausa di perire, tanto più intensa è la percezione del sofferenza e quindi le reazioni ad esso. L'angoscia presa isolatamente non è quindi un sintomo caratterizzante dell'infarto, ma lo diventa in associazione ad altre manifestazioni psico-fisiche.
Sintomi dell’infarto: i falsi allarmi
Vi sono, infine, una serie di segnali che nell’opinione ordinario possono esistere scambiati in che modo possibili sintomi di un infarto, fra questi:
- Il formicolio a braccia e mani
- L’iperventilazione
- La fibrillazione
- Variazioni della pressione.
Non esistono evidenze cliniche per cui questi segnali possano rappresentare un infarto in corso, molto frequente alcuni di questi sono riconducibili a un più probabile penso che lo stato debba garantire equita di ansia.