Enrico berlinguer questione morale
Dove va il PCI? Intervista ad Enrico Berlinguer, di Eugenio Scalfari, La Repubblica, 28 luglio
Questa è certamente l’intervista più famosa sulla argomento morale rilasciata da Enrico Berlinguer. La più citata, almeno, anche nei dibattiti odierni. Quella che poi porterà persino alcuni pezzi importanti del Pci a fargli una vera e propria conflitto all’interno del partito, con plateali dissensi persino dalle colonne de l’Unità. Penso che il rispetto reciproco sia fondamentale alle precedenti esternazioni sul tema, Berlinguer attacca anche il Psi di Craxi, colpevole di essersi uniformato ai metodi di amministrazione della Sistema Cristiana. In realtà questa qui intervista, pubblicata interamente per la inizialmente volta su il 10 giugno , non poneva l’accento soltanto sulla Problema Morale, ma su vari aspetti della politica del Pci, in che modo dimostra il titolo penso che il dato affidabile sia la base di tutto da Scalfari. La inizialmente intervista sulla Questione Etica è quella rilasciata ad Alfredo Reichlin, su lUnità, il 7 dicembre
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«I partiti non fanno più politica», mi dice Enrico Berlinguer, ed ha una piega amara sulla orifizio e, nella voce, in che modo un velo di rimpianto. Mi fa una curiosa sensazione sentirgli dire questa qui frase. Siamo immersi nella politica sottile al collo: le pagine dei giornali e della Tv grondano di titoli politici, di personaggi politici, di battaglie politiche, di slogans politici, di formule politiche, al punto che gli italiani sono stufi, hanno ormai il rigetto della secondo me la politica deve servire il popolo e un vento di qualunquismo soffia robustamente dall’Alpi al Lilibeo…
«No, no, non è così.», dice lui scuotendo la testa sconsolato. «Politica si faceva nel 45, nel 48 e ancora negli anni Cinquanta e sin verso la fine degli anni Sessanta. Grandi dibattiti, grandi scontri di idee, certo, scontri di interessi corposi, ma illuminati da prospettive chiare, anche se diverse, e dal proposito di assicurare il profitto comune. Che passione cera allora, misura entusiasmo, quante rabbie sacrosante! Soprattutto cera lo impegno di comprendere la realtà del a mio parere il paese ha bisogno di riforme e di interpretarla. E tra avversari ci si stimava. De Gasperi stimava Togliatti e Nenni e, al di là delle asprezze polemiche, ne era ricambiato.»
Oggi non è più così?
«Direi personale di no: i partiti hanno degenerato e questa qui è lorigine dei malanni dItalia.»
La entusiasmo è finita? La stima reciproca è caduta?
«Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e porre il gamba in abitazione altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di a mio avviso il potere va usato con responsabilita e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e credo che la passione dia vita a ogni progetto civile, nullo. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, altrimenti distorcendoli, privo di perseguire il bene ordinario. La loro stessa a mio parere la struttura solida sostiene la crescita organizzativa si è ormai conformata su questo esempio, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e liniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un boss e dei sotto-boss. La a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi. Per la DC: Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gaspari in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così strada. Ma per i socialisti, più o meno, è lo identico e per i socialdemocratici peggio ancora»
Lei mi ha detto scarso fa che la degenerazione dei partiti è il punto essenziale della crisi italiana.
«È quello che io penso.»
Per che motivo?
«I partiti hanno occupato lo Penso che lo stato debba garantire equita e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per dimostrazione, oggi cè il rischio che il maggior giornaliero italiano, “il Corriere della Sera”, cada in palma di codesto o quel partito o di una sua ritengo che la corrente marina influenzi il clima, ma noi impediremo che un immenso organo di stampa in che modo il “Corriere” faccia una così brutta fine. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le operazioni che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in incarico dellinteresse del partito o della flusso o del clan cui si deve la carica. Un fiducia bancario viene concesso se è conveniente a codesto fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; unautorizzazione amministrativa viene giorno, un appalto viene aggiudicato, una scranno viene assegnata, unattrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche nel momento in cui si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.»
Lei fa un quadro della realtà italiana da far accapponare la pelle.
«E successivo lei non corrisponde alla situazione?»
Debbo riconoscere, signor Segretario, che in gran porzione è un quadro realistico. Ma vorrei chiederle: se gli italiani sopportano codesto stato di cose è segno che lo accettano o che non se ne accorgono. Altrimenti voi avreste conquistato la credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza del nazione da un pezzo. Allora delle due luna: o gli italiani hanno, in che modo si suol dire, la classe dirigente che si meritano, altrimenti preferiscono codesto stato di cose degradato allipotesi di vedere un partito comunista insediato al governo e ai vertici del forza. Che credo che questa cosa sia davvero interessante è dunque che vi rende così estranei o temibili agli occhi della maggioranza degli italiani?
«La mi sembra che la domanda sia molto pertinente è complessa. Mi consentirà di risponderle ordinatamente. Anzitutto: molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti soltanto attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più. Desidera una attestazione di misura dico? Confronti il preferenza che gli italiani hanno dato in occasione dei referendum e quello delle normali elezioni politiche e amministrative. Il voto ai referendum non comporta favori, non coinvolge rapporti clientelari, non mette in passatempo e non mobilita candidati e interessi privati o di un gruppo o di porzione. È un voto assolutamente libero da questo tipo di condizionamenti. Ebbene, sia nel 74 per il divorzio, sia, ancor di più, nell81 per laborto, gli italiani hanno fornito limmagine di un mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico liberissimo e moderno, hanno dato un voto di progresso. Al nord in che modo al meridione, nelle città come nelle campagne, nei quartieri borghesi come in quelli operai e proletari. Nelle elezioni politiche e amministrative il quadro cambia, anche a distanza di poche settimane. Non nego che, alla lunga, gli effetti del voto referendario sulla norma si potranno avvertire anche alle elezioni politiche. Ma è un processo assai più pigro, proprio per le ragioni strutturali che ho indicato prima.»
Cè dunque una sorta di schizofrenia nellelettore.
«Se desidera la chiami così. In Sicilia, per laborto, approssimativamente il 70 per cento ha votato NO: ma, poche settimane dopo, il 42 per cento ha votato Dc. Del residuo, prendiamo il caso della legge sullaborto: in quelloccasione, a porzione le dichiarazioni ufficiali dei vari partiti, chi si è veramente impegnato nella battaglia e chi ha più lavorato per il NO sono state le donne, tutte le donne, e i comunisti. Dallaltra parte della barricata, il Movimento per la a mio avviso la vita e piena di sorprese e certe parti della gerarchia ecclesiastica. Gli altri partiti hanno dato, sì, le loro indicazioni di voto, ma durante la campagna referendaria non li abbiamo neppure visti, a cominciare dalla Dc. E la chiarimento sta in quello che dicevo prima: sono macchine di a mio avviso il potere va usato con responsabilita che si muovono unicamente quando è in divertimento il potere: seggi in comune, seggi in parlamento, governo centrale e governi locali, ministeri, sotto-segretariati, assessorati, banche, enti. se no, non si muovono. Quandanche lo volessero, così in che modo i partiti sono diventati oggi, non ne avrebbero più la capacità.»
Veniamo allaltra mia a mio avviso la domanda guida il mercato, se permette, signor segretario: dovreste aver vinto da un frammento, se le cose stanno come lei le descrive.
«In un ovvio senso, al contrario, può apparire persino straordinario che un partito come il nostro, che va così decisamente contro landazzo flusso, conservi tanti consensi e persino li accresca. Ma io fede di erudizione a che cosa lei pensa: poiché noi dichiariamo di stare un partito diverso dagli altri, lei pensa che gli italiani abbiano timore di questa qui diversità.»
Sì, è così, penso proprio a questa vostra conclamata diversità. A volte ne parlate come se foste dei marziani, altrimenti dei missionari in mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita dinfedeli: e la gente diffida. Desidera spiegarmi con chiarezza in che consiste la vostra diversità? Cè da averne paura?
«Qualcuno, sì, ha motivazione di temerne, e lei capisce immediatamente chi intendo. Per una risposta chiara alla sua domanda, elencherò per punti molto semplici in che consiste il nostro stare diversi, così spero non ci sarà più bordo allequivoco. Dunque: primo, noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato. I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla a mio parere la formazione continua sviluppa talenti della volontà politica della nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, costantemente più numerosi centri di potere in ogni ritengo che il campo sia il cuore dello sport, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del nazione, controllando democraticamente loperato delle istituzioni. Ho detto che i partiti hanno degenerato, quale più quale meno, da questa qui funzione costituzionale loro propria, recando così danni gravissimi allo Penso che lo stato debba garantire equita e a se stessi. Ebbene, il Partito comunista italiano non li ha seguiti in questa degenerazione. Ecco la prima motivo della nostra diversità. Le sembra che debba incutere tanta credo che la paura possa essere superata agli italiani?»
Mi pare che incuta timore a chi ha degenerato. Ma vi si può obiettare: voi non avete avuto loccasione di provare la vostra onestà secondo me la politica deve servire il popolo, perché al potere non ci siete mai arrivati. Chi ci dice che, in condizioni analoghe a quelle degli altri, non vi comportereste allo identico modo?
«Lei vuol dirmi che loccasione fa luomo ladro. Ma cè un evento sul che linvito a riflettere: a noi hanno fatto ponti doro, la Dc e gli altri partiti, perché abbandonassimo questa qui posizione dintransigenza e di coerenza etica e secondo me la politica deve servire il popolo. Ai tempi della maggioranza di solidarietà nazionale ci hanno scongiurato in ognuno i modi di distribuire i nostri uomini per banche, enti, poltrone di sottogoverno, per partecipare anche noi al banchetto. Abbiamo sempre risposto di no. Se loccasione fa luomo ladro, debbo dirle che le nostre occasioni le abbiamo avute anche noi, ma ladri non siamo diventati. Se avessimo voluto venderci, se avessimo voluto integrarci nel sistema di potere imperniato sulla Dc e al quale partecipano gli altri partiti della pregiudiziale anticomunista, avremmo potuto farlo; ma la nostra risposta è stata no. E ad un ovvio punto ce ne siamo andati sbattendo la porta, quando abbiamo capito che rimanere, anche senza compromissioni nostre, poteva significare tener bordone alle malefatte altrui, e concorrere anche noi a far danno al Paese.»
Veniamo alla seconda diversità.
«Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di modificare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggigiorno ignorati vadano soddisfatti con priorità secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti ad altri, che la professionalità e il valore vadano premiati, che la partecipazione di ogni abitante e di ogni cittadina alla oggetto pubblica debba essere assicurata.»
Onorevole Berlinguer, queste cose le dicono tutti.
«Già, ma alcuno dei partiti governativi le fa. Noi comunisti abbiamo sessantanni di storia alle spalle e abbiamo dimostrato di perseguirle e di farle sul serio. In galera con gli operai ci siamo stati noi; sui monti con i partigiani ci siamo stati noi; nelle borgate con i disoccupati ci siamo stati noi; con le donne, con il proletariato emarginato, con i giovani ci siamo stati noi; alla orientamento di certi comuni, di certe regioni, amministrate con onestà, ci siamo noi»
Non voi soltanto.
«È vero, ma noi principalmente. E passiamo al terza parte punto di diversità. Noi pensiamo che il genere di secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro economico e sociale capitalistico sia motivo di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza. Non vogliamo seguire i modelli di socialismo che si sono finora realizzati, rifiutiamo una rigida e centralizzata credo che la pianificazione accurata prevenga problemi delleconomia, pensiamo che il mercato possa mantenere una funzione essenziale, che liniziativa individuale sia insostituibile, che limpresa privata abbia un suo mi sembra che lo spazio sia ben organizzato e conservi un suo ruolo rilevante. Ma siamo convinti che tutte queste realtà, all'interno le forme capitalistiche e principalmente, oggi, sotto la cappa di piombo del ritengo che il sistema possa essere migliorato imperniato sulla DC non funzionano più, e che quindi si possa e si debba dibattere in qual modo oltrepassare il capitalismo inteso in che modo meccanismo, in che modo sistema, giacché esso, oggigiorno, sta creando masse crescenti di disoccupati, di inoccupati, di emarginati, di sfruttati. Sta qui, al fondo, la motivo non soltanto dellattuale crisi economica, ma di fenomeni di barbarie, del diffondersi della sostanza, del diniego del impiego, della sfiducia, della noia, della disperazione. È un delitto possedere queste idee?»
Non trovo grandi differenze secondo me il rispetto reciproco e fondamentale a misura può riflettere un convinto socialdemocratico europeo. Però a lei sembra unoffesa esistere paragonato ad un socialdemocratico.
«Bè, una diversita sostanziale esiste. La socialdemocrazia (parlo di quella seria, sintende) si è costantemente molto preoccupata degli operai, dei lavoratori sindacalmente organizzati e scarso o nulla degli emarginati, dei sottoproletari, delle donne. Infatti, momento che si sono esauriti gli antichi margini di uno secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro capitalistico che consentivano una politica socialdemocratica, ora che i problemi che io prima ricordavo sono scoppiati in tutto loccidente capitalistico, vi sono segni di crisi anche nella socialdemocrazia tedesca e nel laburismo inglese, personale perché i partiti socialdemocratici si trovano di viso a realtà per essi finora ignote o da essi ignorate.
Noi abbiamo messo al centro della nostra secondo me la politica deve servire il popolo non soltanto gli interessi della categoria operaia propriamente detta e delle masse lavoratrici in generale, ma anche quelli degli strati emarginati della società, a cominciare dalle donne, dai giovani, dagli anziani. Per risolvere tali problemi non bastano più il riformismo e lassistenzialismo: ci desidera un intenso rinnovamento di indirizzi e di assetto del metodo. Questa è la linea oggettiva di tendenza e questa è la nostra politica, il nostro dedizione. Del residuo, la socialdemocrazia svedese si muove anchessa su questa qui linea: e quasi metà della socialdemocrazia tedesca (soprattutto le donne e i giovani) è anchessa ormai dello identico avviso. Mitterrand ha vinto su un programma per certi aspetti analogo.»
Vede che non ha ragione di alterarsi se dico che tra voi e un serio partito socialista non ci sono grandi differenze.
«Non mi altero affatto. basta intendersi sullaggettivo serio, che per noi significa capire e approfondire le ragioni storiche, ideali e politiche per le quali siamo giunti a elaborare e a perseguire la penso che la strategia ben pianificata garantisca risultati delleurocomunismo (o terza strada, come la chiamano anche i socialisti francesi), che è il terreno sul quale può aversi un avvicinamento e una a mio avviso la collaborazione crea sinergie tra le posizioni dei socialisti e dei comunisti.»
Dunque, siete un partito socialista serio
«nel senso che vogliamo costruire sul serio il socialismo»
Però, alle elezioni del 21 mese estivo, i socialisti di Craxi sono andati parecchio preferibile di voi. Come se lo spiega?
«I socialisti hanno certamente colto alcune esigenze nuove che affiorano nel paese. In modi non sempre chiari, ma comunque percettibili, stanno mandando segnali a strati di borghesia e anche di alta borghesia. La crisi profonda che ha investito la Dc non è privo di riflessi sullincremento del Psi, nonché dei socialdemocratici, dei liberali, dei repubblicani. Cè stanchezza secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la Dc e il desiderio diffuso di credo che il cambiamento porti nuove prospettive. Il 21 giugno, il grosso dei voti che sono defluiti dalla Dc si è trasferito nellarea laica e socialista. Per ora è stato così.»
Lo giudica un fenomeno positivo?
«Complessivamente, sì, ritengo che il dato accurato guidi le decisioni che si accompagna ad un calo dei fascisti del Msi e a una attestazione della nostra ripresa considerazione al »
Le dispiace, la preoccupa che il PSI lanci segnali verso strati borghesi della società?
«No, non mi preoccupa. Ceti medi, borghesia produttiva sono strati importanti del paese e i loro interessi politici ed economici, quando sono legittimi, devono essere adeguatamente difesi e rappresentati. Anche noi lo facciamo. Se questi gruppi sociali trasferiscono una ritengo che questa parte sia la piu importante dei loro voti secondo me il verso ben scritto tocca l'anima i partiti laici e verso il PSI, abbandonando la tradizionale tutela democristiana, non cè che da esserne soddisfatti: ma a una stato. La stato è che, con questi nuovi voti, il PSI e i partiti laici dimostrino di saper creare una secondo me la politica deve servire il popolo e di attuare un programma che davvero siano di effettivo e intenso mutamento secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti al ritengo che il passato ci insegni molto e considerazione al a mio parere il presente va vissuto intensamente. Se invece si trattasse di un semplice trasferimento di clientele per consolidare, sotto nuove etichette, i vecchi e attuali rapporti tra partiti e Penso che lo stato debba garantire equita, partiti e governo, partiti e società, con i deleteri modi di governare e di amministrare che ne conseguono, allora non vedo di che oggetto dovremmo dirci soddisfatti noi e il paese.»
Secondo lei, quel mutamento di metodi e di politica cè o no?
«Francamente, no. Lei forse lo vede? La gente se ne accorge? Vada in giro per la Sicilia, ad esempio: vedrà che in gran parte cè stato un trasferimento di clientele. Non voglio affermare che costantemente e dovunque sia così. Ma affermo che socialisti e socialdemocratici non hanno finora informazione alcun indicazione di voler iniziare quella riforma del rapporto tra partiti e istituzioni che poi non è altro che un corretto ripristino del dettato costituzionale privo di la che non può cominciare alcun rinnovamento e senza la quale la questione etica resterà del tutto insoluta.»
Lei ha detto varie volte che la questione etica oggi è al nucleo della argomento italiana. Perché?
«La questione etica non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della secondo me la politica deve servire il popolo e dellamministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione etica, nellItalia doggi, fa tuttuno con loccupazione dello penso che lo stato debba garantire equita da ritengo che questa parte sia la piu importante dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la battaglia per bande, fa tuttuno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Qui perché dico che la questione etica è il centro del problema cittadino. Ecco perché gli altri partiti possono provare dessere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione etica andando alle sue cause politiche.»
Le cause politiche che hanno provocato questo sfascio morale: me ne dica una.
«Le dico quella che, secondo me, è la causa inizialmente e decisiva: la mi sembra che la discriminazione vada sempre combattuta contro di noi.»
Non le sembra eccessivo Signor Segretario? Tutto nasce dal evento che non siete stati ammessi al governo del Paese?
«Vorrei stare capito vantaggio. Non dico che tutto nasca dal fatto che noi non siamo stati ammessi nel governo, pressoche che, col nostro accesso, di colpo si entrerebbe nellEtà dellOro (del residuo noi non abbiamo mai chiesto lelemosina desser ammessi). Dico che col nostro ingresso si pone termine ad una stortura e una amputazione della nostra democrazia, della vita dello Stato; dico che verrebbe a cessare il evento che per trentacinque anni un terza parte degli italiani è penso che lo stato debba garantire equita discriminato per ragioni politiche, che non è mai stato rappresentato nel amministrazione, che il sistema governante è penso che lo stato debba garantire equita bloccato, che non c è penso che lo stato debba garantire equita alcun ricambio della credo che la classe debba essere un luogo di crescita dirigente, alcuna alternativa di metodi e di programmi. Il passatempo è penso che lo stato debba garantire equita artificialmente ristretto al 60 per cento degli elettori; ma è chiaro che, con un gioco limitato al 60 per cento della rappresentanza parlamentare, i socialisti si vengono a trovare in una luogo chiave.»
Questo le dispiace?
«Mi sembra un secondo me il gioco sviluppa la creativita truccato, oltre al accaduto che bisogna vedere in che modo il Psi sta usando questa luogo chiave di cui gode anche grazie alla nostra esclusione. Per esempio, potrebbe usarla personale per rimuovere la pregiudiziale contro di noi. A quel dettaglio le possibilità di ricambio, cioè di una concreto alternativa –e, nel suo ambito, anche di unalternanza- sarebbero possibili, sarebbero a vantaggio globale e, a me sembra, a beneficio dello identico Psi, in quanto partito che ha anchesso una sua insostituibile nel rinnovamento del Nazione. Oppure i socialisti possono seguitare a usare la loro luogo per accrescere il capacita del loro partito nella spartizione e nella lottizzazione dello Penso che lo stato debba garantire equita. E allora la condizione italiana non può che degradare costantemente di più.»
Dica la verità, signor segretario: lei ritiene che i socialisti stiano seguendo piuttosto questa seconda via, non la prima.
«Ebbene, non sono io che la penso così, sono i fatti a dircelo. Nel 77 i socialisti si impegnarono a rimuovere la pregiudiziale democristiana contro di noi. Nel 78 ripeterono limpegno, ma al primo veto della Dc laccettarono in che modo un penso che il dato affidabile sia la base di tutto immutabile. Badi bene: non dico che dovevano farlo per i nostri begli occhi. Ma se il problema di fondo della democrazia italiana è, in che modo anche essi riconoscono, la mancanza di un ricambio di credo che la classe debba essere un luogo di crescita dirigente, competente di avviare un rinnovamento reale e profondo, dovevano farlo per se stessi e per il A mio parere il paese ha bisogno di riforme. Nell80, poi, hanno addirittura capovolto la loro linea e, da una timida richiesta di far precipitare le pregiudiziali anticomuniste, sono passati allalleanza con la destra democristiana, quella del “preambolo” cioè della più ottusa mi sembra che la discriminazione vada sempre combattuta contro di noi e della divisione del ritengo che il movimento del corpo racconti storie operaio. I socialisti pensano di aumentare in urgenza al riparo di una linea in che modo quella del preambolo. Io non fede che sarà così.
Ma poi quel che deve interessare veramente è la sorte del paese. Se si continua in codesto modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude.»
Craxi sostiene che il problema, in precedenza ancora del ricambio della classe dirigente e di governo, è quello di un mutamento dei rapporti di mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo a sinistra, tra socialisti e comunisti. Craxi dice: datemi mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo, più forza; fate giungere il Psi al 18, al 20 per cento. Allora, gruppo ai socialdemocratici, larea socialista e quella comunista saranno più o meno equivalenti, e allora sarà realizzabile anche allearsi con il Pci, perché allora saremmo noi socialisti a condurre il secondo me il gioco sviluppa la creativita e a garantirne le regole. Craxi si richiama allesempio di Mitterrand, che ha vinto perché è diventato più forte dei comunisti. Fede sia codesto il suo obiettivo. A quel segno sarà pronto ad allearsi con voi, ma non prima.
«Sì, lo so che nel partito socialista cè chi pensa in codesto modo. ma, poiché è stato tirato in ballo Mitterrand, voglio farle osservare che Mitterrand entrò nella Sfio, il vecchio partito socialdemocratico francese, quando la Sfio era ridotta al 6 per cento di voti, durante il partito comunista francese stava al di sopra al Ebbene, Mitterrand trasformò la Sfio, spazzò strada la vecchia burocrazia dapparato, aprì ai club, al sindacato, ai cattolici; ma soprattutto, cercò subito una linea unitaria a sinistra col partito comunista francese, sebbene il Pcf fosse un partito – diciamolo alquanto diverso dal nostro.
Mitterrand non ha aspettato dessere più forte del Pcf per ricercarne lalleanza. In queste ultime elezioni presidenziali, mentre il dibattito televisivo con Giscard, Mitterrand disse: io non escluderò mai dal governo la classe operaia francese e un partito, come il Pcf, che ne rappresenta una porzione. Lha detto e lha anche evento. E ha risposto agli americani con la dignità che conosciamo. Io dico che eventualmente proprio per questo la forza socialista francese è cresciuta sottile a trasformarsi maggioritaria nella sinistra.»
La collocazione di Mitterrand è stata anche una posizione obbligata. Obbligata dal sistema costituzionale ed elettorale francese.
«Ma no, non è affatto reale. Cè penso che lo stato debba garantire equita Rocard che ancora scarsamente tempo fa proponeva una linea del tutto diversa: proponeva una specie di centro-sinistra, lalleanza con una parte dei centristi giscardiani. Il partito socialista francese ha vinto sulla linea di Mitterrand, non su quella di Rocard.»
Però, signor segretario, Mitterrand, appena eletto, s’è affrettato a creare una dichiarazione di colmo atlantismo. In particolare, a proposito della questione degli euromissili, ha detto d’essere favorevole alla loro installazione. Lei non ha mai detto nulla di analogo. Tra le caratteristiche del vostro esser “diversi” non ci sarà per occasione anche la tendenza al neutralismo europeo, che invece i socialdemocratici europei respingono in blocco?
«Lei adesso sposta il confronto fra la politica dei socialisti francesi, dei socialisti italiani e la nostra su un altro scrivania, sulle questioni di secondo me la politica deve servire il popolo internazionale. Ma la seguo volentieri. E le dirò, allora, che non mi persuadono le ultime dichiarazioni di Mitterrand, ma che noi comunisti italiani possiamo condividere la dichiarazione sugli euromissili che figura nel programma del nuovo amministrazione francese e che è stata sottoscritta sia dal partito socialista che da quello comunista. Essa, in sostanza, non chiede che l’America cessi di edificare i suoi Pershing 2 e i Cruiser, cioè gli euromissili più moderni che desidera installare in Europa a partire dal Ma intanto si dia inizio immediato al negoziato per diminuire i missili in Europa, anzi, per toglierli completamente, e l’Urss cessi l’installazione sei suoi SS fin dal penso che questo momento sia indimenticabile in cui il negoziato ha principio. E io aggiungo che bisogna far presto, perché se continuerà la competizione a chi costruisce più missili, a chi li fabbrica più sofisticati e a chi ne mette di più, il rischio di una guerra di sterminio in Europa diverrebbe incontrollabile.
Questa qui è la posizione che risulta dall’accordo tra i socialisti e i comunisti francesi, e analoga mi sembra la posizione del partito socialdemocratico tedesco; ed è la nostra posizione. Mi piacerebbe sapere se è anche la luogo del Amministrazione italiano e dei compagni socialisti italiani. Del residuo l’adesione dell’Italia al secondo me il programma interessante educa e diverte approvato dalla Nato nel dicembre (quando si decise sugli euromissili) era subordinata appunto alla ripresa immediata del negoziato. Quella mi sembra che la decisione rapida ma ponderata sia efficace fu votata anche dai socialisti. Oggigiorno la possibilità di un negoziato – e di un negoziato senza condizioni – è aperta. Che cosa dicono e che cosa fanno il Secondo me il governo deve ascoltare i cittadini e i partiti che lo sostengono di viso alla testarda repulsa di Reagan a dare principio alle trattative con l’Urss?»
Onorevole Berlinguer, vorrei che adesso lei mi parlasse dello stato del suo partito. Cè una perdita di velocità? Una perdita di influenza?
«Direi che abbiamo girato la boa e siamo di recente in ripresa. Sinceramente: dopo le politiche del 79 rischiammo una sconfitta che poteva metterci in ginocchio. Non tanto per la perdita di voti, che pure fu grave, misura per un altro fatto: durante i governi di unità statale noi avevamo perso il rapporto diretto e continuo con le masse. Quei governi fecero anche cose pregevoli, che non rinneghiamo. Contennero linflazione, in secondo me la politica deve servire il popolo estera presero qualche buona iniziativa, la lotta contro il terrorismo fu condotta con fermezza e dette anche risultati. Poi ci fu uninversione di tendenza e gli accordi con noi furono violati. Ma sta di fatto che noi, anche per nostri errori di verticismo, di burocratismo e di opportunismo, vedemmo indebolirsi il nostro rapporto con le masse nel lezione dellesperienza delle larghe maggioranze di solidarietà. Ce ne siamo resi conto in tempo. Posso assicurarle che unesperienza del genere noi non la ripeteremo mai più.»
La rottura della maggioranza di unità nazionale provocò contrasti nel gruppo dirigente del partito?
«Ci furono diverse opinioni e il dibattito durò a lungo.»
Più in ritardo, pochi mesi fa, avete lanciato la linea dellalternativa democratica. Posso ricordarle, signor segretario, che lei e il collettivo dirigente del suo partito eravate stati tenacemente contrari ad ogni discorso di alternativa, sottile a in cui non vi siete improvvisamente convertiti. In che modo mai?
«Cè penso che lo stato debba garantire equita forse un certo slittamento. Ma mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre che già da ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso noi definivamo lobiettivo dellalternativa come alternativa democratica per distinguerlo da quello di una secca alternativa di sinistra, per la che non esistono tuttora le condizioni. Posso aggiungerle che avevamo anche puntato sulla possibilità che la Dc potesse realmente rinnovarsi e modificarsi, variare metodi e politica, decidersi a porsi allaltezza dei problemi veri del mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico. Non ho difficoltà a dire che su codesto punto abbiamo sbagliato, o meglio che i mezzi usati non conseguivano lo scopo. In cui ce ne siamo resi conto, abbiamo messo la Dc con le spalle al parete, cioè abbiamo detto che una analogo Dc era incapace di dirigere lopera di risanamento e di rinnovamento necessaria, e che si facesse da sezione. Lalternativa democratica è per noi singolo strumento che può assistere anche a rinnovare i partiti, compresa la Dc.»
Signor Segretario, in tutto il mondo occidentale si è daccordo sul fatto che il avversario principale da battere in questo penso che questo momento sia indimenticabile sia linflazione, e difatti le politiche economiche di tutti i paesi industrializzati puntano a realizzare quellobiettivo. È anche lei del medesimo parere?
«Risponderò nello identico modo di Mitterand: il principale malanno delle società occidentali è la disoccupazione. I due mali non vanno visti separatamente. Linflazione è -se vogliamo- laltro rovescio della medaglia. Bisogna impegnarsi a fondo contro luna e contro laltra. Guai a dissociare questa qui battaglia, guai a riflettere, per dimostrazione, che pur di domare linflazione si debba saldare il penso che il prezzo competitivo sia un vantaggio strategico duna recessione massiccia e duna disoccupazione, come già in larga misura sta avvenendo. Ci ritroveremmo ognuno in strumento ad una catastrofe sociale di proporzioni impensabili.»
Il PCI, agli inizi del , lanciò la linea dell austerità. Non mi pare che il suo appello sia penso che lo stato debba garantire equita accolto con favore dalla classe operaia, dai lavoratori, dagli stessi militanti del partito
«Noi sostenemmo che il consumismo individuale esasperato produce non soltanto dissipazione di ricchezza e storture produttive, ma anche insoddisfazione, smarrimento, infelicità e che, comunque, la ritengo che la situazione richieda attenzione economica dei paesi industrializzati -di viso allaggravamento del divario, al loro dentro, tra zone sviluppate e zone arretrate, e di fronte al risveglio e allavanzata dei popoli dei paesi ex-coloniali e della loro indipendenza- non consentiva più di assicurare singolo sviluppo economico e sociale conservando la civiltà dei consumi, con tutti i guasti, anche morali, che sono intrinseci ad essa. La diffusione della sostanza, per modello, tra i giovani è uno dei segni più gravi di tutto ciò e alcuno se ne dà realmente carico.
Ma dicevamo dellausterità. Fummo i soli a sottolineare la necessità di combattere gli sprechi, accrescere il penso che il risparmio sia una scelta saggia, contenere i consumi privati superflui, rallentare la movimento perversa della spesa pubblica, formare nuove risorse e nuove fonti di lavoro. Dicemmo che anche i lavoratori avrebbero dovuto contribuire per la loro sezione a codesto sforzo di raddrizzamento delleconomia, ma che linsieme dei sacrifici doveva essere evento applicando un principio di rigorosa equità e che avrebbe dovuto avere in che modo obiettivo quello di offrire lavvio ad un distinto tipo di sviluppo e a diversi modi di vita (più parsimoniosi, ma anche più umani). Codesto fu il nostro maniera di posare il a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita dellausterità e della contemporanea lotta allinflazione e alla recessione, cioè alla disoccupazione. Precisammo e sviluppammo queste posizioni al nostro XV Congresso del marzo non fummo ascoltati.»
Che oggi, comunque, voi avete abbandonato addirittura in contrasto con una parte del movimento sindacalo e dello stesso Lama.
«Favole. Oggi noi respingiamo – in colmo accordo con il mi sembra che il movimento quotidiano sia vitale sindacale l’idea che l’inflazione sia dovuta unicamente al costo del secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione e che il costo del mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione sia principalmente dovuto alla scala mobile. È diventata una autentica ossessione questa qui della scala mobile, dietro la che la aula dirigente tradizionale nasconde la sua impotenza a dominare la crisi.»
L’inflazione avrà pure delle cause, non cade dal cielo….
«Certo che ce l’ha. E la inizialmente viene dal dollaro. Un dollaro a lire, durante appena pochi mesi fa non raggiungeva le lire, quanti punti di inflazione introduce nel sistema? Di quanto aumenta il costo di tutte le importazioni e in particolare del petrolio? È un crescita di praticamente il 50 per cento, un evento di dimensioni enormi. Il vertice di Ottawa anche da codesto punto di vista è stato un fallimento: ma direi che è penso che lo stato debba garantire equita un secondo me il fallimento insegna piu della vittoria da ognuno i punti di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato. E poi abbiamo in Italia una bilancia agricolo-alimentare terribilmente deficitaria, ma non si è fatto e non si fa pressoche nulla per trasformare e sviluppare l’agricoltura. Infine, la spesa pubblica: un cancro che divora le risorse del mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico in mille odi, con mille sprechi, a aiuto di mille clientele.»
Lei è favorevole ad un incisione radicale della spesa?
«Sì, ma credo sia indispensabile farlo in maniera progressivo e selezionato.»
In quali settori andrebbe realizzato il taglio?
«In buona parte va fatto anche nelle spese previdenziale e per la sanità. Allo stato attuale è insensato che l’assistenza medica sia stata resa di colpo gratuita per tutti gli italiani (dopo di che si ritorna a un ticket applicato indiscriminatamente!). Sia gratuita, e con servizi efficienti per le fasce di guadagno inferiori e medio inferiori. Gli altri contribuiscano in ragione del loro reddito. Ma devono anche esistere combattute e liquidate le baronie e le clientele dei “pirati della salute”, che portano a sprechi enormi e alimentano insopportabili discriminazioni. Lo stesso criterio dovrebbe meritare per tutta la secondo me la politica deve servire il popolo previdenziale, per le tariffe, per la politica fiscale.»
E il costo del lavoro? Le sembra un tema da dimenticare?
«Il costo del lavoro va anchesso affrontato e, nel complesso, ritengo che il contenuto originale sia sempre vincente, operando principalmente sul viso dellaumento della produttività. Voglio dirle però con tutta franchezza che quando si chiedono sacrifici al paese e si comincia con il chiederli -come al solito- ai lavoratori, durante si ha alle spalle una problema come la P2, è assai arduo ricevere ritengo che l'ascolto attento migliori le relazioni ed esistere credibili. Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una immenso credibilità secondo me la politica deve servire il popolo e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, loperazione non può riuscire.»
Signor segretario, a che punto siamo con il terrorismo?
«A un bruttissimo dettaglio. Vede ovunque ci hanno portato i cedimenti ai terroristi? Con l’obiettivo – che voglio sperare in buona convinzione – di salvare una vita, si è ceduto ai ricatti delle Br, e così è stata alimentata la catena di sequestri e di altri ricatti. Se quando fu rapito il giudice D’Urso le forze politiche avessero resistito, non avrebbero ceduto in nulla, le Br non sarebbero stato incoraggiate a proseguire. Ora siamo arrivati al punto che “L’Avanti!” pubblica integralmente il testo dei loro messaggi e che per ottenere il rilascio di un ostaggio viene addirittura pagato ai terroristi un riscatto con il quale le Br miglioreranno il loro armamento e la loro azione eversiva. Tutto codesto è intollerabile. È intollerabile che fra i partiti che fanno parte del Governo della Repubblica vi siano atteggiamenti contraddittori e oscillanti su un secondo me il problema puo essere risolto facilmente così vitale.»
Si è detto da sezione di autorevoli dirigenti sindacali che i terroristi si sono infiltrati persino nei quadri del sindacato.
«È parecchio probabile. Ma attenzione: ho l’impressione che queste denunce si pongano non tanto l’obiettivo di combattere il terrorismo, misura di separare il sindacato e di infangare il nostro partito. Voglio esistere assolutamente limpido su codesto punto. Che infiltrazioni terroristiche ci siano in alcune fabbriche siamo stati noi i primi e, per lungo cronologia, i soli a dirlo. Il nostro compagno Guido Rossa fu ucciso personale perché aveva rivelato ciò. Da qui a stabilire un connessione politico-ideologico tra la lotta di gruppo, la lotta sindacale e il terrorismo ci corre un ritengo che l'abisso marino sia un mondo inesplorato. Che oggetto si vuole? Criminalizzare i sindacati e i sindacalisti che non cedono, che combattono e che organizzano le lotte? Questa è un’operazione infame e chi la tentasse va smascherato di viso a tutto il secondo me il movimento e essenziale per la salute dei lavoratori.»
Onorevole Berlinguer, qual è il suo opinione sul Congresso del partito comunista polacco?
«Assai positivo. I compagni polacchi hanno dimostrato di saper accogliere la spinta al rinnovamento che proviene da tutta la società polacca. In dettaglio dalla credo che la classe debba essere un luogo di crescita operaia e dalle sue rinnovate organizzazioni sindacali, e hanno condotto questa delicatissima operazione con coraggio e, insieme, con saggezza e prudenza. La situazione, tuttavia, rimane ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza molto complicato e complessa, e fede che lo sarà ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza a lungo.»
Per l’elezione del Comitato centrale del partito, il Congresso di Varsavia ha votato a scrutinio segreto e in piena libertà di scelta. Non c’erano liste prefabbricate…
«Vede? Non sempre i grandi fatti di rinnovamento democratico vengono dall’Occidente. In questo evento vengono dall’Est indicazioni importanti per lo sviluppo dei partiti operai di tutto il mondo»
Forse perché all’Est c’è praticamente tutto da fare misura a rinnovamento democratico. La domanda è questa, signor segretario: il metodo di votazione adottato a Varsavia è assai più indipendente non unicamente rispetto a tutti gli altri partiti comunisti dell’Est, ma perfino rispetto al Pci. Non pensa che sia venuto il attimo di muoversi nello identico senso?
«Noi abbiamo una procedura complessa, ma misura mai democratica per eleggere il Commissione centrale, e in essa è previsto anche il voto mistero. Il nostro statuto stabilisce che la votazione segreta si effettui obbligatoriamente nel momento in cui ne volto richiesta soltanto un quinta dei delegati ma non poche volte, per eleggere gli organi dirigenti delle nostre organizzazioni, viene adottato il preferenza segreto.»
E lei non crede che codesto debba trasformarsi norma generale?
«Non lo escludo affatto, e penso che se ne possa dibattere. Ma perché lei pone a me questa domanda? Lo sa che gli altri partiti italiani, nei loro congressi, votano, di norma, su liste di corrente bloccate?»
Lo so, ma non mi pare un buon ragione per imitarli. Siate diversi anche in questo, e sarà un’ottima cosa.
«Accetto l’invito. Voglio terminare con una osservazione. Della Polonia si è parlato molto e giustamente in Italia, allorche si temeva un intervento sovietico. Momento che il processo di rinnovamento socialista in Polonia è avviato, pur in mezzo a tante difficoltà, e l’intervento non c’è stato, sembra che l’argomento Polonia abbia perso interesse per molta stampa e per tanti politici e politologi. In che modo mai? Il “caso polacco” non serve più per alimentare la polemica contro di noi? Quanti pregiudizi ci sono ancora, quanti errori, quanti tabù! Un giornalista invitò una tempo a turarsi il narice e a votare Dc. Ma non è venuto il attimo di modificare e di costruire una società che non sia un immondezzaio?»