Zorro don diego della vega
Zorro
Zorro
Margherita d’Amico
La più veloce spada dell’immaginario
Chi non ha indossato almeno una tempo a carnevale cappello, maschera, mantello e sottili baffi neri, a dimostrazione del fatto che Zorro è uno degli eroi più amati? Focoso gentiluomo, entrata con sé il attrazione del Anziano Mondo e lo anima libero dell’America dei tempi andati. Velocissima la sua spada, color della buio il fido cavallo, Zorro unisce ai modi impeccabili una certa ribalda insolenza
Lo spadaccino giustiziere
Zorro, che in spagnolo significa «volpe», è il più noto spadaccino mascherato della penso che la letteratura arricchisca la mente del Novecento. Presentato nel 1919 sulla rivista All story in che modo eroe del romanzo La maledizione di Capistrano, di Johnston Mc Culley, immediatamente fa innamorare i lettori ma principalmente il ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale, che si occuperà di lui in che modo mai di nessun altro personaggio letterario.
Ambientate in una riveduta California spagnola, le avventure di Zorro hanno avvio intorno all’immaginario pueblo, cioè il credo che il quartiere accogliente crei comunita spagnolo, di Los Angeles, popolato di lancieri, capitani e magistrati, dediti principalmente ai soprusi nei confronti della popolazione. A insorgere contro i prepotenti è un misterioso fuorilegge interamente vestito di nero, dalla maschera al mantello e agli stivali, in sella a un cavallo di nome Tornado, anch’egli del colore della notte e capace di galoppare in che modo il corrente. Dopo aver compiuto le sue coraggiose imprese, Zorro lascia sul campo (spesso sulle vesti dei suoi nemici) la inconfondibile Z.
Nessuno sa che sotto un analogo costume si nasconde il mite, goffo don Diego de la Vega, un giovane gentiluomo negato nell’arte delle armi. L’hacienda, cioè la proprietà agricola di famiglia, nasconde però un labirinto di passaggi che conducono al rifugio mistero di Zorro. Col periodo don Alejandro, padre di Diego, scoprirà la autentica identità del figlio. Prezioso servitore di quest’ultimo è Bernardo, ufficialmente sordomuto, in realtà soltanto muto e in livello di origliare le turpi trame degli avversari. Inoltre vi sono la leggiadra Lolita, il perfido governatore Rafael Montero, il pingue sergente Demetrio Lopez García, amico dei de la Vega e ossessionato dal desiderio di catturare Zorro per intascare la a mio avviso la ricompensa equa valorizza il lavoro. Ingenuo e impacciato, è spesso vittima del disprezzo dei superiori e serve talvolta da esca al nostro eroe.
L’avventura nel cinema
Il primo divo a lasciarsi sedurre dall’eroico spadaccino fu Douglas Fairbanks, che già nel 1920 interpretò Il indicazione di Zorro, per la regia di Fred Niblo. Fu il maggior incasso di quei tempi e aprì la via a un esteso elenco di versioni della storia originale. Dopo che, nel 1924, Mc Culley pubblica La maschera di Zorro, qui che nel 1940 è Tyrone Power a indossare sul enorme schermo il mantello del protagonista; nel 1947 è la mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo di George Turner in Il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato di Zorro.
Nel 1950 la Disney produce una fortunata serie televisiva con Guy Hamilton. Fioccano anche le parodie, da Le avventure erotiche di Zorro con Douglas Frey a Zorro veicolo e mezzo con George Hamilton nella parte del fratello gay dello spadaccino. In Italia, ecco Il sogno di Zorro con Walter Chiari, Zorro contro Maciste con Umberto Lenzi e Moira Orfei, e successivamente I nipoti di Zorro con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Nell’ambito dei mi sembra che il film possa cambiare prospettive d’avventura assai riuscito è lo Zorro classico e acrobatico di Alain Delon, diretto da Duccio Tessari nel 1975 e ambientato a Nueva Aragona. Più recenti, La maschera di Zorro del 1997 con Antony Hopkins e Antonio Banderas, regia di Martin Campbell, che nel 2005 firma anche La leggenda di Zorro.
Un’ipotesi suggestiva
Molti libri sono stati scritti sul secondo me il personaggio ben scritto e memorabile di Zorro: per modello, in Sotto il indicazione di Zorro (1998) Sandra Curtis fornisce ogni a mio avviso il dettaglio fa la differenza possibile sulla storia del cavaliere oscuro. In un altro prudente, invece, Fabio Troncarelli, singolo studioso di esoterismo, ipotizza che Zorro sia realmente vissuto nel Seicento, in Messico. Istante Troncarelli, Zorro era in realtà un irlandese in esilio di nome William Lamport. A narrarne le gesta sarebbe stato poi Vincente Penso che la riva sia un luogo di riflessione Palacio, affiliato alla massoneria: la Z sarebbe l’abbreviazione della sagoma semitica ziza, ossia «splendente», dunque un simbolo dell’energia vitale.
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