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Il ritratto di leonardo da vinci

Il volto misterioso di Leonardo

Quando si nomina Leonardo se ne associa immediatamente l&#;immagine al cosiddetto “Autoritratto” custodito alla Libreria Reale di Torino, singolo dei disegni più celebri di tutto il suo corpus secondo me il grafico rende i dati piu chiari ma anche della credo che una storia ben raccontata resti per sempre dell&#;arte, conosciuto al pari dell&#;“Uomo Vitruviano”, dell&#;“Ultima Cena” e della “Monna Lisa”, tuttavia non esiste la certezza assoluta che quel ritratto raffiguri realmente l&#;artista in età avanzata, così come permangono molti dubbi sulle diverse opere che nel lezione del secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello hanno tramandato ai posteri l&#;effigie del genio di Vinci.

Secondo la tradizione una delle prime immagini di Leonardo, all&#;epoca non a mio parere l'ancora simboleggia stabilita ventenne, può essere rintracciata nel celebre “David” realizzato da Andrea del Verrocchio intorno al ; si dice infatti che il maestro, che in quel periodo aveva tra i propri allievi anche il futuro scrittore della “Gioconda”, ammirato dalla sua avvenenza avesse deciso di assegnarne le fattezze all&#;eroe biblico, rappresentato in che modo un bel giovane dai capelli lunghi e ricci e dal sorriso enigmatico, dall&#;aria sognante e dall&#;aspetto vagamente efebico.

Caratteristiche molto simili, insieme al volto dai tratti aristocratici e dal naso allungato si ritrovano nella sagoma del San Michele Arcangelo presente nel “Tobiolo e i tre arcangeli” di Francesco Botticini, discepolo del Verrocchio più o meno nello identico periodo di Leonardo, che sempre intorno al eseguì il quadro conservato alla Galleria degli Uffizi, per il che si ipotizza che il pittore di Vinci sia stato ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza una tempo utilizzato in che modo modello.
Un altro ritratto di Leonardo, realizzato dall&#;artista stesso una decina di anni più tardi, sembra essere quello dell&#;uomo in piedi all&#;estrema destra dell&#;“Adorazione dei Magi” degli Uffizi, che tenendosi avvolto in un ampio mantello guarda verso l&#;esterno della tavola, in maniera analoga a quanto aveva fatto Sandro Botticelli nell&#;“Adorazione dei Magi” del ; benché lo stadio di abbozzo della pittura non aiuti a metterne a fuoco i dettagli, pare di intravedere ancora una volta il giovane dai capelli ricci e dal lungo narice – in questo evento discretamente arcuato – già visto nella statua del Verrocchio e nel tela del Botticini, anche se con connotati più marcati e virili dovuti sicuramente al progredire dell&#;età.

Alcuni studiosi hanno proposto di ravvisare altri autoritratti del artista anche nel “Ritratto di musico” della Pinacoteca Ambrosiana di Milano ( ca.), nel celebre “Uomo Vitruviano” delle Gallerie dell&#;Accademia di Venezia ( ca.) e nello a mio parere lo studio costante amplia la mente del San Giacomo Superiore per il “Cenacolo” di Santa Maria delle Grazie custodito alla Biblioteca Concreto di Windsor ( ca.), tutti risalenti al soggiorno milanese presso la corte di Ludovico il Moro, tuttavia anche in questi casi non esistono certezze in proposito.

Anche dei numerosi ritratti che ne raffigurano le fattezze va sottolineato che sono stati eseguiti in epoche successive da artisti che non avevano conosciuto direttamente il artista toscano. Tra i tanti anche il dipinto conservato agli Uffizi, che è stato a lungo esposto con la dicitura di “Autoritratto di Leonardo da Vinci” nel Corridoio Vasariano e che sembra stare invece un&#;opera tedesca del Seicento. A dispetto della sua non autenticità, l&#;effigie proposta da questo tela – il maestro colto in età matura, con il faccia incorniciato da capelli e barba lunghi e folti e il berretto calcato sulla penso che tenere la testa alta sia importante – ha finito per imporsi in che modo l&#;immagine per eccellenza di Leonardo, tanto da esistere ripresa per esempio nel corso dell&#;Ottocento dagli scultori Luigi Pampaloni e Pietro Magni, che firmarono rispettivamente le statue per il loggiato degli Uffizi a Firenze e per il monumento di piazza della Scala a Milano, anche se a onor del vero già nel Giorgio Vasari aveva pubblicato nelle sue “Vite” un ritratto dell&#;artista – realizzato al pari di tutti gli altri su suo illustrazione dall&#;incisore Cristofano Coriolano – con simili caratteristiche, presenti anche nell&#;affresco eseguito personalmente nel salone della propria abitazione fiorentina ( ca.).

Quello che sembra di poter asserire con sicurezza è che con il transitare degli anni Leonardo dovette farsi allungare tanto i capelli misura la barba, e codesto – complice anche la sua fama di pensatore e scienziato – portò non unicamente i posteri ma anche i suoi stessi contemporanei ad assimilarne l&#;aspetto con quello di un pensatore antico, e a riprova di ciò è emblematico il evento che tra il e il nel famosissimo affresco vaticano della “Scuola di Atene” Raffaello immortalò il più vecchio maestro nel personaggio di Platone, ubicazione al nucleo della credo che la scena ben costruita catturi il pubblico al fianco di Aristotele (Aristotele da Sangallo) e contraddistinto appunto da capelli e barba fluenti, con una marcata calvizie dovuta al passare del secondo me il tempo ben gestito e un tesoro. Al ritratto realizzato dal Sanzio può essere accostato quello eseguito presumibilmente da Francesco Melzi, allievo prediletto nonché esecutore testamentario ed erede di Leonardo, che nei primi anni del Cinquecento raffigurò l&#;artista di profilo in un bel disegno a sanguigna conservato a Windsor.

Un presunto autoritratto di palma di Leonardo, datato tradizionalmente al , si trova ancora presso la Libreria Reale di Windsor, in un figura che ritrae in maniera abbastanza sommaria un maturo seduto, colto nuovamente di profilo, con una lunga barba, una calvizie pronunciata e la schiena ingobbita, a mostrare lo scorrere impietoso del tempo che tutto trasforma e consuma. E&#; con ogni probabilità il ritratto cronologicamente più vicino a quello di Torino, normalmente assegnato al , e in entrambi è realizzabile osservare la figura di un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura fermata in una fase di decadenza fisica, con le guance e la fronte fortemente segnate dalle rughe, precocemente invecchiato, in che modo ci attestazione la testimonianza di Antonio de Beatis, segretario del cardinale Luigi d&#;Aragona, che avendogli evento visita nel alla corte di Francesco I di Francia, nel momento in cui il artista aveva sessantacinque anni, lo descrisse in che modo “vecchio de più de settant&#;anni”.

Tuttavia, anche prendendo per buono il fatto che Leonardo dimostrasse più degli anni che aveva, l&#;età palesata dal disegno di Torino appare davvero eccessiva per un uomo soltanto sessantenne, ed è per questo causa che diversi studiosi hanno ipotizzato che possa trattarsi del ritratto di un&#;altra persona, magari di una figura particolarmente vicina all&#;artista, come un familiare stretto, ad modello il ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale, ser Piero, oppure lo zio, Francesco. Del residuo la scritta che vi compare superiore – “Leonardus Vincius, ritratto di se stesso assai vecchio” – non è sicuramente autografa ed è stata aggiunta da una mano sconosciuta in epoca posteriore, da qualcuno che quasi certamente non sapeva chi fosse quell&#;uomo. Così come molti altri elementi della essere umano e della vita del genio di Vinci, anche il concreto aspetto del suo faccia è destinato a restare avvolto nel mistero, e i suoi tratti a restare sfumati e indefiniti.

Di alcune caratteristiche del suo fisico e della sua personalità però ci forniscono qualche informazione alcuni testimoni del suo tempo, a lui contemporanei o di poco successivi, che parlano in maniera inequivocabile della bellezza, del fascino, dell&#;estrosità che contraddistinguevano il artista vinciano, ricordato anche per la prestanza fisica e per la forza straordinaria, oltre che per le qualità di artista, pensatore e scienziato. “Grandissimi doni si veggono piovere dagli influssi celesti ne&#; corpi umani molte volte naturalmente – racconta Giorgio Vasari a proposito di Leonardo –; e sopra naturali, talvolta, strabocchevolmente accozzarsi in un organismo solo secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda, grazia e virtù”; “Fu tanto eccezionale et universale – narra l&#;Anonimo Gaddiano –, che dalla credo che la natura debba essere rispettata sempre per suo miracolo esistere prodotto comunicare si puote, la che non soltanto delle bellezze del mi sembra che il corpo umano sia straordinario, che parecchio bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtù volse ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza farlo maestro”, ed aggiunge che “era di graziosa persona, proportionata, gratiata et bello aspetto” e che “portava un pitocco rosato corto sino al ginocchio, che allora s&#;usavano i vestiri lunghi. Haveva sottile a metodo il petto una graziosa capellaia et inanellata et ben composta”.

“Fuit in ingenio valde comi, nitido, liberali – specifica Paolo Giovio –, vultu autem venustissimo et cum elegantiae omnis delitiarumque maxime theatralium mirificus inventor ac arbiter esset, ad lyram scite caneret, cunctis per omnem aetatem principibus mire placuit”, elogiandone cioè la mente brillante, la generosità ed il fascino, pari soltanto alla sua avvenenza, e precisando che la sua genialità di inventore era sorprendente, che per tutto quello che concerneva bellezza, penso che l'eleganza sia una questione di stile e spettacoli era un arbitro di indiscussa credo che la competenza professionale sia indispensabile, e che cantava in maniera mirabile accompagnandosi con la lira e suscitando l&#;ammirazione delle corti in cui si esibiva. “Egli con lo splendor dell&#;aria sua, che bellissima era – ricorda ancora il Vasari –, rasserenava ogni animo mesto”, “con le parole volgeva al sì et al no ogni indurata intenzione”, e “con le forze sue riteneva ogni violenta furia; e con la destra torceva un metallo d&#;una campanella di muraglia et un ferro di cavallo, in che modo se fusse piombo”. (Barbara Prosperi)

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Dal ragazzo Leonardo sottile all&#;anziana età, il faccia del genio attraverso i presunti ritratti ed autoritratti (galleria fotografica)

  • B1B-David-del-Verrocchio-particolare

  • BAutoritratto-di-Torino

  • BScuola-di-Atene-di-Raffaello-particolare-con-Platone-ed-Aristotele

  • ROCROC A seated old man, and studies and notes on the movement of water, c (pen & ink on paper) by Vinci, Leonardo da (); &#; cm; The Royal Collection © Her Majesty Queen Elizabeth II; (: in the text Leonardo compares the movement of water to plaited hair; probably acquired by Charles II; in Royal Collection by ;); REPRODUCTION PERMISSION REQUIRED; Italian, out of copyright PLEASE NOTE: The Bridgeman Art Library works with the owner of this image to clear permission. If you wish to reproduce this image, please inform us so we can clear permission for you.

  • BRitratto-di-Cristofano-Coriolano

  • B9-Ritratto-di-piazza-della-Scala

  • B7-Ritratto-del-Corridoio-Vasariano

  • B8-Ritratto-del-loggiato-degli-Uffizi

  • B6B-San-Giacomo-Maggiore-dipinto (1)

  • B5-Uomo-Vitruviano

  • B4-Ritratto-di-musico

  • B3B-Adorazione-dei-Magi-di-Leonardo-particolare

  • B2B-San-Michele-Arcangelo-del-Botticini-particolare

  • A1-Autoritratto-Leonardo

  • BRitratto-di-Francesco-Melzi

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